Achille Pecoraro l'ho conosciuto negli anni '70/'71 a Borzoli (frazione di Genova), dove abitavo e dove lui aveva un locale adibito a studio pittorico.
Io, poco più giovane di lui, andavo a vederlo dipingere ed a fare lunghe chiaccherate su tutto, ma soprattutto di pittura ed in particolare di tecnica pittorica.
E' nata in questo modo un'amicizia che mi ha aiutato ad avvicinarmi all’arte di dipingere e che ha messo in evidenza una certa mia predisposizione all'utilizzo della tavolozza dei colori ed una certa sensibilità cromatica.
Ho, in quel periodo, iniziato a dipingere anch'io, trovando una propria identità pittorica.
Ma di questo racconterò più avanti.
Dopo un lungo periodo, dove c'eravamo persi di vista, recentemente ci siamo ritrovati e con grande piacere l'ho ritrovato a dipingere.
ACHILLE PECORARO
Achille Pecoraro, nato a Gela (CL), lavora a Genova, Sestri Ponente.
Ha frequentato la scuola ‘Giorgio Arcoleo’ di Napoli fino all’età di 19 anni.
Nel 1968-69 ha frequentato l’Accademia Belle Arti di Sao Paolo (Brasile).
Mostre
LE MOSTRE ANNI '70:
1969-1970 – Personale Galleria “Agenda” Av. W. 3 Q. 704/705 sul n° 47 Brasilia-DF - Brasile.
1970- Personale alla Galleria “Rocha’- Praca das Bandeìras 374 Sao Paolo – Brasile
1970- Premio “O Cangaseiro” 1970- Recìfe - Brasile
1971 - Personale alla Galleria “Il Pennellaccio” - Cagliari
1973 - Collettiva alla Galleria “Inter-Arte” - via XX Settembre - Genova
1974 - Personale alla Galleria d’Arte “Torre" - Torino
1974- Personale alla Galleria d’Arte "Asso di Quadri’’ - Alassio
1974- Premio Targa d’onore dell’onorevole Macchiavelli, al concorso “il nudo femminile oggi” - Genova.
Hanno scritto dì lui critici d’arte italiani e stranieri; le sue opere sono pubblicate e recensite dai più importanti Cataloghi d’arte.
E’ presente in collezioni pubbliche e private in Italia, Brasile, ecc.
Critica
Pecoraro ha un occhio alla metafisica e un occhio al surreale, ma mentre al critico moderno la pittura metafisica appare come un gioco intellettuale, la pittura di Pecoraro sgorga viva dalla sua fantasia, ricca di significati cosmologici e ci appare come qualche cosa di vivo, di efficiente, mentre le forme sono sempre concrete, delineate e l’umano trascende nel surreale, tenendo tuttavia le radici ben salde a questo nostro mondo che, come tale costituisce la prova più concreta dell’esistenza di altri mondi, di altre vite. Diremo che Pecoraro ha intuito un collegamento reale tra questi mondi, ed è questo un suo grande merito in quanto la sua opera di pittore trascende l’arte per diventare filosofia, religione.
Aldo Spinardi
Con Achille Pecoraro si entra nel mondo del Surrealismo, ove la fantasia si sbriglia nel rappresentare il possibile e l’impossibile. E come tutti i veri surrealisti Pecoraro è eccellente nella tecnica. Le immagini e i fondi sono resi con perspicua abilità: la stesura del colore è uniforme, senza grumi e sbavature, si da dare l’impressione di meccanica precisione. Ma se l’esecuzione è calligrafica, i contenuti dei quadri sono liberi, svincolati da ogni logica, come detta la pazza fantasia, che trova rapporti tra le cose e gli uomini, al di là della percezione dei sensi. Ed ecco: ‘Energia vitale”, in cui sul corpo di una bella donna, che sta liquefacendosi come cera, al posto del capo è innestata una lampadina accesa; “La fine del “tempo”, ove, con suggerimento di Dalì, gli orologi di metallo si piegano come carta e sì sciolgono in gocce, in un paesaggio di alberi morti e di case dai muri decrepiti; ed ancora: “Embrione distrutto”, che nella cella di una prigione, in cui la luce penetra spietata dalle sbarre di una finestra, rappresenta un grande guscio d’uovo e due uova cotte al tegame e ad un lucchetto, che non si sa come rimanga sospeso nel vuoto. rappresentazioni, che possono talvolta sembrare capricci, giochi. Ma queste dell’immaginazione che si diverte a collegare tra loro gli oggetti più assurdi, sono in altri quadri la comunicazione di un pensiero, di una riflessione, di un messaggio. ‘Le due età” raffigura lo stesso volto di donna, per metà nello splendore della giovinezza, e per metà nella desolazione della vecchiaia. In ‘Pensieri’ il volto di un giovane compare teso ed assorto nello squarcio tondo come un oblò di una superficie blu in cui stanno sospesi corpi sferoidali di incerta identificazione, che possono essere bozzoli di filugello, ciottoli levigati di fiume o bolle di sapone. Il “Paesaggio” diventa una piazza deserta ove le costruzioni, i basamenti cadono in rovina: una voragine, dalla quale s’ innalzano fiamme come lingue sta aprendosi per inghiottire e distruggere quelle cose assurde, sfere screpolate, una lunghissima plancia orizzontale sostenuta da un supporto a spirale e il monumento ad una specie di Medusa o piovra dai tentacoli anguiformi, al cui centro sta la tetra fissità di un occhio umano. Quanto accade nel mondo contemporaneo è captato dall’artista, che traduce in immagini le sue riflessioni e contemplazioni. Il concatenarsi di rapporti antitetici tra figure e cose e tra cose e cose crea un clima emozionale, di evocazione interiore. Il colore in toni acuti e gravi amalgama figure e cose, pur nella loro improbabilità esistenziale.In tutti i dipinti è presente il motivo della distruzione, della decomposizione, che si manifesta nelle crepe dei muri, nelle fenditure del suolo, nella corrosione del corpo umano, anche di una donna bella, che sembra intaccato dalla lebbra del tempo. Si può interpretare come rifiuto, opposizione al mondo contemporaneo, che distrugge le cose ed i valori del passato. In fondo Pecoraro è un romantico, un nostalgico, che ironizza a suo modo sul mondo, ma non accetta la degenerazione dell’uomo e delle cose.
Adalberto Rossi
LE ALLEGORIE DI ACHILLE PECORARO
critica d’arte a cura di Gabriella Marton Presidente Vasar Club tratta da Genova Vip Maggio 2002 .
Nato a Cela (Caltanisetta), ha frequentato la scuola ‘Giorgio Arcoleo" di Napoli fino all’età di 19 anni. Nel 1968-69 si trasferito all’Accademia dì Belle Arti di Sao Paolo in Brasile, dove ha soggiornato per un certo periodo, realizzando varie mostre personali ed ottenendo un notevole riscontro di critica e di pubblico. Tornato a Genova ha operato a lungo nello studio di via Trebisonda. Risiede a Sestri Ponente, dove è molto considerato per le sue doti artistiche. Dopo un lungo e sofferto silenzio artistico, vero dramma, che spesso colpisce, sempre per gravi motivi, i veri artisti, quelli con la A maiuscola, si propone con una produzione nuova e ricca, di particolare pregio. La corrente artistica alla quale si attiene quella del Surrealismo con risvolti al Metafisico. Dipinge però su richiesta ritratti perfetti, sia per la.tecnica pittorica che per le risultanze espressive finali. Raggiunge un virtuosismo speciale nelle raffigurazioni di carattere sacro o in certi paesaggi fiabeschi realizzati in tinte soffuse, dove sempre la luce invade e riscalda tutto il contesto espresso.Tra gli ultimi quadri datati 2001 dipinge ‘Il casco rosa" olio su tela cm. 60x80, pregio di simbolismi e messaggi. La suggestiva veduta di Genova con la Lanterna nel momento in cui si accendono le luci al calar del sole, contro un cielo sfolgorante, ma l’astro è sole o luna? In primo piano due espressioni di uno stesso volto bellissimo di donna, se pur con una certa ambiguità nella posizione frontale. La splendida città si mostra con i suoi gioielli emblematici in un’ora silente, con malinconia, svelandosi nella sua provocante sensualità, che rivela pur tuttavia una spiritualità sofferta, tradotta in un connubio di cromie tra il rosa e l'azzurro, che ben esprimono il trascendere della materia in un regno onirico. Apparenze, bellezze, misteri. "Così è se vi pare". Levigate astrazioni metafisiche di raffinata stesura. Inquietanti incertezze, tra materia non materia. Un libro aperto a metà con più traduzioni in lingue di altri mondi. Il quadro "La perla rosa" olio su tela cm. 5OxlOO, è un esempio di come l’artista sappia coniugare in armonioso accoppiamento maestria pittorica e sensibilità nel cogliere ciò che, in questo caso, il fresco viso di fanciulla, ispira alla sua fervida fantasia, ravvisandone le peculiarità caratteriali interiori, Danze di delfini, gemme nei fondali, ninfee galleggianti, mondi sommersi, ricchi di magma infuocato. Una crisalide tutta da scoprire, pronta a divenire splendida creatura già nell’acre, con l'augurio di un’ascesa sicura, che l’artista prevede, captando l’indole determinata del soggetto rappresentato. Un allegorico trattato, di grande enfasi. Possiamo dire che Achille Pecoraro nei suoi testi pittorici, ama divagare, avvalendosi delle sue estrose capacità, soffermandosi puntigliosamente su varie note, creando un concerto di intense esternazioni che divengono la sua chiave di lettura della tematica trattata. Il reale diviene surreale e viceversa, di certo l’artista anela trasporre quasi con ansia ciò che avverte oltre l’immaginabile ed il visibile.Tutto quello che abbiamo detto fin qui di A. Pecoraro è solo il suo lato chiaro, quel volto di luna che possiamo ammirare quando il cielo notturno é terso. L’artista è anche la cosiddetta luna nera, occulta, ed è questo il lato che più gli si attaglia. Il suo vero Io o Alter Ego, che dà gran valore a queste sue partiture istintive o deliranti articolazioni..Padrone assoluto della prospettiva viaggia in un mondo dove predomina "il male di vivere", Attraverso una scomposizione horror-metafisico-surreale di parti umane in territori aridi ove le crepe si annidano ovunque, con sfere galleggianti nello spazio, bulbi oculari giganteschi, vaghe forme umanoidi di materia sfondata o bucata, colature sanguigne invadenti qua e la, etc.Il linguaggio ermetico di questi quadri non recenti é sempre molto attuale e grida la contaminazione, la violenza, la fugacità, la presunzione, l’orgoglio, la scansione del tempo in non tempo. Queste meditate percezioni pulsano in negativo con ironica freddezza.
Gabriella Marton
Alcuni quadri